Il Senso di Colpa

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Le situazioni che ritrovo più frequentemente in terapia sono le sofferenze dovute allo scarso valore sociale e il conseguente senso di colpa. Mi riferisco alle relazioni sociali che il paziente intrattiene con una persona in particolare, con un gruppo o semplicemente quando essa è puramente mentale (come ad esempio immaginare di parlare davanti ad un pubblico, sia esso composto da persone conosciute o meno).

È inadeguato chi ti fa sentire inadeguato: il vissuto del senso di colpa

Il vissuto comune è quello di sentirsi inadeguati. Da questo, scaturisce una lunga serie di cognizioni negative nei confronti di sé, accompagnata da un corredo di disturbi fisici, emozioni negative e sentimenti disturbanti.

“Non merito di essere amato”; “sono inadeguato”; “sono vergognoso”; “ho fatto qualcosa di sbagliato”; “sono deludente”; “non posso fidarmi di me stesso”

Tutti siamo stati educati, abituati e condizionati a tenere conto del giudizio degli altri e ad aderire a delle “leggi” che ci portiamo dentro come censura nei confronti dei nostri stessi comportamenti. Questi giudizi sono così negativi da originare senso di colpa se non ci sentiamo adeguati alla situazione o al contesto sociale.

Ed è così che sopraggiunge l’ansia di fare una “brutta figura”, la paura di “non valere” abbastanza con il tempo diventa un’emozione autonoma, indipendente dalla realtà. 

Il senso di colpa è una ferita che può durare tutta la vita

Specchiandosi negli occhi e nei comportamenti degli adulti che li circondano, i bambini si accorgono presto che occorre “comportarsi bene” per “piacere agli altri”, quindi che è necessario il ben volere degli altri per stare bene.

Gli adulti, per mantenere il controllo sui piccoli che crescono, hanno in questo senso la responsabilità di utilizzare colpevolizzazioni e di indurre nel bambino il dubbio o la certezza di essere inadeguato per colpa sua, indebolendolo psicologicamente. Il giudizio negativo, la critica manipolativa è sostenuta dalla “benevolenza”: “è per il tuo bene, fai come ti dico io…”

Il bambino fino ai sei anni vive in un mondo dove non è chiaro il collegamento tra causa ed effetto. Inoltre, ha un pensiero “magico”, pensa cioè di poter creare cambiamenti nella realtà con il proprio pensiero. Se ha un genitore aggressivo o depresso, si attribuisce la colpa e questo avviene perché non tollera di sentirsi impotente di fronte a tale esperienza. La soluzione che arriva in modo naturale è: “è così per colpa mia, se io faccio il bravo questo finirà”, e ben presto questo pensiero sarà sostituito con “è giusto che sia così perché io sono cattivo”… per evidenti motivi.

Una volta instillata l’idea negativa di sé, questa si consoliderà sempre di più poiché si tenderà a non esporsi per non sentire dolore; questa cognizione è in grado di falsificare la realtà al punto che alcune situazioni di esposizione saranno percepite come realmente pericolose.

Come combattere il senso di colpa?

Costruendo e rafforzando la nostra autostima.

Non abbiamo bisogno di dimostrare di valere, né agli altri tanto meno a noi stessi. Il voler dimostrare a se stessi di valere è un riflesso del giudizio altrui.

La paura del giudizio che genera senso di colpa può portare una persona alla paralisi, facendola sentire così legata da non potersi muovere. 

 

Dobbiamo sostituire i giudizi iniziali:

  • Sapendo che, assumendo il giudizio altrui diamo la colpa a noi stessi dell’essere sbagliati ma abbiamo comunque la responsabilità di delegare agli altri il nostro star male;
  • Quando ci accorgiamo che ci costa fatica esaudire una richiesta, impariamo a dire no dando la precedenza al nostro piacere piuttosto che l’altrui;
  • Facciamo delle cose per noi stessi perché ce lo meritiamo. Dobbiamo avere consapevolezza che ciò che sentiamo di fare ha per noi valore;
  • Pensiamo al nostro benessere psicologico;
  • Consideriamo in modo dinamico ciò che siamo e che facciamo: possiamo rivedere e cambiare le nostre posizioni in qualsiasi momento;
  • Facciamo scelte proporzionate a come ci sentiamo;
  • Sappiamo di poter rimanere vincolati ad una esperienza in maniera temporanea, avendo il diritto di starci male e di attraversare un periodo di “lutto”, per poi superarla e cambiare.

Siamo degni di stima. Sappiamo di valere![/vc_column_text][vc_separator][vc_column_text]Se ti ritrovi in una situazione simile a quella sopra descritta, se hai bisogno di un sostegno psicologico, sono disponibile ad aiutarti. Qui trovi tutti i miei recapiti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]