[vc_row][vc_column][vc_column_text]La dipendenza affettiva è una struttura della personalità caratterizzata dal vivere le relazioni di coppia in maniera disfunzionale. Viene definita come uno stato patologico dove la relazione affettiva è vissuta come necessaria per la propria esistenza, al pari di un’ossessione. Vediamo come i due elementi della coppia vivono questa relazione disfunzionale.
La dipendenza affettiva nella coppia
Essa è dovuta ad una mancata esperienza nel sentirsi amabili e, di conseguenza, capaci di amare. Questa mancanza viene percepita come un vuoto incolmabile. L’impossibilità di reggere una tale condizione fa sì che le coppie che condividono questo vissuto vivano un’affettività precaria, disfunzionale e molto dolorosa.
Per questo tipo di coppie lo scopo della relazione non è la reciprocità. Al contrario, i due “pretendono” continuamente una centralità individuale, negando la propria dipendenza e allo stesso tempo ricercando la totale dipendenza dell’altro.
E’ un tiro alla fune, dove spesso la corda si spezza facendo cadere entrambi in un delirio a due. Indifferentemente, i due attori possono appartenere ad un genere piuttosto che ad un altro.
Narcisista e co-dipendente
Da un lato abbiamo il manipolatore perverso, il quale costruisce ad arte ed in maniera fittizia rapporti di stima, di amicizia e di amore, per scopi personali ed opportunistici. Dall’altro la vittima che, al contrario, quei sentimenti di stima, di affetto, di amore li cerca a costo di qualsiasi cosa. In realtà, i due sono vittime di se stessi e l’uno dell’altro.
Nell’infanzia, il narcisista ha imparato a nascondere le sue fragilità ed insicurezze. Nel corso del tempo ha costruito, con la complicità del modello affettivo familiare, un “Io” grandioso dietro al quale si nasconde che lo impegna costantemente ad essere perfetto. Brillante, affascinante, carismatico, vincente, a dover essere all’altezza in ogni situazione. Cerca costantemente conferme. E’ egocentrico in modo patologico ed incapace di amare.
Per questo motivo, il narcisista cerca nelle relazioni affettive un partner disponibile a mettere da parte sé stesso per dedicarsi interamente a lui. Il narcisista sa toccare i punti deboli del co-dipendente, attivando in lei/lui i meccanismi di sottomissione.
Il narcisista
- All’inizio attiva il suo immenso bisogno di essere visto, con un corteggiamento illusorio di totale dedizione, facendo sentire l’altro davvero “speciale”; lentamente, toglierà e ridimensionerà tutta questa dedizione;
- Tramite il comportamento manipolatorio, induce il partner (dipendente affettivo) a fare qualsiasi cosa per lui e ad innescare il desiderio del “prendersi cura”;
- Utilizza per il suo scopo bugie patologiche, comportamenti ambigui, distorsioni comunicative, triangolazioni, passando dall’idealizzazione alla svalutazione totale;
- Molto spesso raggiunge il suo obiettivo isolando la vittima, o inducendola all’auto isolamento, insinuando dubbi sulla sua sanità mentale;
- Il suo scopo è sottomettere il partner e, quindi, sottoporlo al proprio dominio per il raggiungimento dei propri interessi che possono essere: economici, sessuali, di puro divertimento o di puro sadismo psicologico;
- Utilizza giochi mentali, trucchi, inganni, distorsioni, proiezioni;
- Alla prima fase d’innamoramento e al conseguente ridimensionamento, richiamerà nel partner l’angoscia dell’abbandono e della dipendenza;
- Quando inizia a ritrarsi dal rapporto, si sottrae sempre di più dal punto di vista affettivo.
Un singolo comportamento vessatorio e fraudolento, in sé e per sé, non è in grado di produrre danni psicologici, ma il protrarsi nel tempo queste condotte, ripetute, consente al manipolatore perverso di raggiungere il risultato, ossia la lesione dell’integrità psichica della vittima.
Il co-dipendente
- Il suo bisogno di attenzione e di amore è tale che, accecato da queste necessità, si aggrappa spesso al “primo che capita”, accontentandosi di essere stato notato dall’altro;
- Resterà ancorato ai vissuti di totale dedizione sperimentati nei primi mesi del rapporto, continuando a ricercarli;
- Non riesce a cogliere la differenza tra un partner amorevole e un partner possessivo che tenta di insinuarsi in ogni spazio della sua vita;
- Preoccupato di perdere il partner, si dedicherà sempre di più a lui, sottomettendosi a tutte le sue richieste;
- Tollera critiche e svalutazioni alternate a idealizzazioni, ossia le manipolazioni psicologiche messe in atto sempre più frequentemente dal narcisista;
- Nel momento in cui la manipolazione produce i suoi effetti, non si rende conto dell’abuso psicologico che sta subendo;
- A causa della manipolazione subita, è indotto a dubitare delle sue capacità di percezione della realtà;
- Non ascolta la voce interiore, illudendosi che le cose cambieranno. Manda sullo sfondo della relazione le situazioni negative, continuando a tenere in primo piano i pochi momenti positivi, anche se ormai passati, del primo periodo;
- Nel corso della sua vita ha “imparato” che per essere amati bisogna soddisfare i bisogni altrui;
- Ha l’idea che l’amore sia qualcosa che va guadagnato facendo il “bravo”, ovvero che sia necessario adeguarsi ai bisogni del partner ed evitare di “disturbare” con le proprie esigenze;
- Solitamente sono i familiari e gli amici più stretti ad accorgersi del cambiamento repentino della personalità del familiare, abusato dal narcisista perverso;
- Quando il malessere diventa insostenibile, si sente in un vicolo cieco, poiché non riesce a pensare al distacco, non si sente capace di affrontarlo.
In entrambi i casi, queste tendenze sono finalizzate, in modo più o meno inconsapevole, a nutrire l’autostima in modo vicario, cioè attraverso il controllo del partner. Il tentativo di cambiare l’altro “serve” quindi per alimentare la propria autostima.[/vc_column_text][vc_separator][vc_column_text]Se ti ritrovi in una situazione simile a quella sopra descritta, se hai bisogno di un sostegno psicologico, sono disponibile ad aiutarti. Qui trovi tutti i miei recapiti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]