Ironia e Sarcasmo

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Qual è la differenza tra ironia e sarcasmo?

Spesso ironia e sarcasmo si confondono nel senso comune, a volte si utilizzano allo stesso modo. La differenza sostanziale è data dall’effetto che producono: l’ironia fa sorridere, il sarcasmo ferisce.

Vediamo da vicino in cosa consistono questi due mezzi di comunicazione umana.

Focus: 5 assiomi della comunicazione umana

Nella comunicazione umana esistono 5 assiomi, proprietà tipiche della comunicazione che hanno essenziali implicazioni relazionali (Pragmatica della comunicazione umana, Watzlawick):

  1. Non si può non comunicare

  2. All’interno di ogni comunicazione si possono individuare due livelli: quello del contenuto e quello della relazione

  3. Il flusso comunicativo è espresso secondo la punteggiatura degli eventi

  4. La comunicazione avviene attraverso canali verbali e non verbali

  5. Gli scambi comunicativi possono essere simmetrici o complementari

 

Focalizziamoci sul secondo assioma: i due livelli di “contenuto” e “relazione” ci danno informazioni su “che cosa diciamo” e anche “come lo diciamo”. Vale a dire il modo in cui qualcosa viene espresso: la voce (tono, volume, ritmo), ma anche le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore. Si deduce che il contenuto può non andare d’accordo o non essere coerente con il modo in cui lo esprimiamo. Questo genera confusione ed è spesso alla base di comportamenti sarcastici.

Una forma di ironia amara e pungente: il sarcasmo

A partire dall’etimologia riusciamo già a capire come a sarcasmo corrisponda qualcosa di negativo. La parola deriva dal latino tardo “sarcasmus” e dal greco “sarkasmos”, il cui significato letterale è lacerazione di carni, cui corrispondono i termini “addentare”, “dilaniare”. Non c’è nulla di più aggressivo nella comunicazione!

Il sarcasmo generalmente si utilizza in una situazione emotivamente forte, di tensione tra due interlocutori.

Il risultato che produce è quello di un effetto freezing (congelamento), cioè una sensazione paralizzante. Il pensiero che produce sull’altro in genere è: “dice sul serio o scherza?”.

Chi utilizza il sarcasmo intende ferire o mettere in imbarazzo l’interlocutore colpendolo sul piano personale, spesso con l’obiettivo di minare l’autostima dell’altro. Lascia ferite esprimendo giudizi e critiche negative mascherate sotto forma di “scherzo”.

L’ironia, nobile strumento comunicativo

Ironia deriva dal greco “eironeia”, “dissimulazione”. Risulta chiaro fin da subito che l’intento comunicativo è umoristico, atto ad alleggerire la tensione.

L’ironia è figlia della creatività, animata dallo scopo di comunicare in maniera implicita, volta a mostrare i contenuti in maniera velata. Per questo è ritenuta un meccanismo di difesa evoluto, adulto.

Serve a sdrammatizzare a normalizzare una situazione di disagio, a riderci sopra in modo benevolo. L’intenzione che sottostà all’ironia è benevola e giocosa, genera emozioni positive. Viene utilizzata soprattutto sottolineando un errore per ridicolizzarlo quindi ridimensionarlo. L’ironia accomuna e dispone alla condivisione di fragilità umane.

… e la Satira?

A differenza di ironia e sarcasmo, la satira manifesta in modo chiaro una presa in giro.

Si utilizza nella vita pubblica, nelle arti, nella scrittura e nel teatro, mette in discussione e in ridicolo fatti e persone attraverso la comicità e il paradossale. E’ una condivisione pubblica che produce spunti morali ed etici. Proprio perché rivolta alla pubblica opinione, la satira ha avuto una definizione giuridica garantita: “E’ quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossati il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene”. (Prima sezione penale della corte di cassazione, sentenza n. 9246/2006)

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