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Alla radice del narcisismo patologico
Tutti abbiamo bisogno di essere riconosciuti dagli altri.
Sin dalla nascita, siamo alla ricerca di un equilibrio tra frustrazioni personali e gratificazioni che l’ambiente ci rimanda.
Se nel corso della costruzione della nostra personalità non riusciamo a raggiungere questo equilibrio, se non siamo stati sufficientemente riconosciuti, se l’ago della bilancia pende dalla parte delle frustrazioni… andiamo alla ricerca di gratificazioni e riconoscimento.
Questo succede perchè non abbiamo imparato a dedicare cura e attenzione al nostro benessere. Perciò, deleghiamo questo compito a qualcun altro.
Possiamo così ritrovarci in una delle due posizioni della coppia narcisista-codipendente.
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Il narcisismo è un fiore carnivoro affamato solo di se stesso.
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Chi soffre di narcisismo patologico
Un narcisista patologico è una persona che nutre una stima e un apprezzamento esagerati nei propri confronti. La sua primaria preoccupazione è accrescere il proprio ego. Invece di avere come obiettivo una autentica e responsabile consapevolezza di sé, egli desidera soltanto destare ammirazione, invidia o sottomissione altrui.
Solitamente, un narcisista mette in atto dei comportamenti manipolatori per riuscire a nascondere la propria condizione e le proprie intenzioni, confondendo chi gli sta intorno.
Per il narcisista, le frustrazioni superano di gran lunga le gratificazioni personali, al punto di spostare l’ago della propria bussola interiore verso fantasie auto-gratificanti. Con la pretesa che queste vengano riconosciute.
Narcisismo patologico nelle relazioni affettive
Nelle relazioni, il narcisista patologico utilizza come arma la seduzione, con lo scopo di dominare e controllare il partner. Si lega solitamente a persone che hanno un modello di attaccamento insicuro, spesso dipendenti.
Una volta conquistato questo tipo di personalità, il narcisista farà di tutto per mettere distanza nella coppia, rendendo marginale il partner al fine di mettere sempre più al centro se stesso, il suo ego e la sua identità.
Dietro la maschera di un narcisista patologico si nascondono fragilità e bassa autostima. Nella relazione tra sé stesso e il mondo, egli percepisce un grande pericolo: quello di vedersi davvero per ciò che è.
Per questa ragione, costringerà il partner ad essere una fonte continua di rinnovo di quelle che ritiene le sue qualità e capacità, della sua grandiosità
Chi soffre di narcisismo patologico può essere molto distruttivo con gli altri, arrivando ad imporsi, a manipolare, ad essere violento o abusivo come meccanismi di difesa.
Il suo senso del diritto e la sua mancanza di sensibilità verso le necessità e i desideri altrui possono portare allo sfruttamento degli altri.
La dipendenza affettiva tra narcisista e codipendente
Nella coppia narcisista-codipendente, il partner di solito ha un modello di attaccamento insicuro: si percepisce cioè bisognoso, inadeguato e fragile, non meritevole d’amore e passivo nella relazione.
Cerca qualcuno da accudire, perché ciò gli offre l’opportunità di accudire sé stesso attraverso l’altro.
Cerca qualcuno che possa placare le sue ansie di abbandono, cui dedicarsi in modo incondizionato, qualcuno di cui assumersi la responsabilità e i sensi di colpa.
Come spesso accade, questo tipo di personalità andrà a scegliere una persona con una bassa tendenza al coinvolgimento emotivo, e continuerà a sentirsi non amabile, bisognoso e carente.
La persona che incontrerà, sarà anch’essa dipendente affettivamente, ma la sua esperienza lo avrà portato ad adottare un meccanismo di difesa massiccio nei confronti dell’intimità. Avrà sviluppato dei tratti narcisistici per non percepire l’incapacità di amare davvero.
Il narcisista patologico infatti, si percepisce nella coppia come detentore del potere. Si percepisce con un ego smisurato, conduce la relazione nel diritto di essere amato. Cerca qualcuno che lo accudisca, che si dedichi a lui/lei in modo incondizionato, che si assuma tutte le responsabilità della coppia e i sensi di colpa.
Può essere un seduttore rifiutante: seduce per avere rapporti sessuali e alterna momenti di disponibilità a momenti di indisponibilità, creando così dipendenza, poiché il partner rimarrà sempre in attesa del suo momento buono.
Gli individui con personalità narcisistica hanno difficoltà ad avvicinarsi e, naturalmente, a sperimentare l’intimità. Il loro grande bisogno gli fa percepire la paura di fondersi con l’altro. In questo senso, alcuni di loro quando sentono avvicinarsi l’intimità tendono a distruggere la relazione. Oppure, cercano l’attenzione di qualcuno che non è disponibile, e possono diventare dei veri e propri stalker.
Hanno fantasie dalle quali dipendono e che diventano il loro motivo centrale d’attenzione, non tollerano di essere rifiutati perché la loro illusione è che prima o poi l’altro li noterà, li amerà. Un vero e proprio delirio.
Narcisismo patologico e psicoterapia
Credere di poter sopportare tutto ciò perché abbiamo visto i nostri genitori sacrificarsi in nome dell’amore, appartiene ormai al passato. Amare non significa soffrire o annullarsi per l’altro!
Il sintomo, ovvero la ricerca di gratificazioni e di sentirsi importanti, va letto come una risposta al rapporto individuo-mondo, individuo-ambiente. Se il sintomo è una strategia di difesa, la terapia dovrà sostituirlo con una strategia alternativa. Solo così il sintomo smetterà di essere necessario. Il terapeuta accompagnerà il paziente alla riscoperta di sé e ad un riconoscimento di se stesso come meritevole.
Può arrivare il momento in cui ci si pone la domanda se valga la pena di continuare o meno una relazione di coppia con questi contenuti. Nonostante formalmente si sia in coppia, i sentimenti ed i vissuti di vuoto, di malessere e solitudine possono diventare insopportabili.
Amare non è possedere, non è sofferenza. Ogni membro della coppia si assume la responsabilità del 50% perché la relazione prenda la sua forma. La coppia dovrebbe essere un modo d’amare scelto, consapevole, dignitoso per entrambi. Dovrebbe essere la realizzazione di un modo unico e personale di condivisione profonda, dove davanti alla fragilità dell’altro ci si pone con rispetto. Mostrando di poter far leva sui propri punti di forza, nell’indipendenza individuale, nell’alleanza, nella complicità e condivisione.
Queste sono le parole che dovrebbero sostenere l’amore di fronte a qualsiasi avversità.
Cercare di mettere un po’ di distanza, osservare la relazione da un punto di vista diverso, non trascurando nessuna delle nostre sensazioni, in modo onesto con se stessi, può aiutare al cambiamento.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Possiamo approfondire l’argomento incontrandoci presso il mio studio, attraverso i miei canali Social o per vie brevi. Contattami cliccando QUI oppure scrivendomi all’indirizzo info@imperialuz.it[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]