Alimentazione e affettività: la fame emotiva

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Che cos’è la fame emotiva e come influisce l’affettività nel nostro rapporto con il cibo: lo scopriamo in questo articolo.

Significati affettivi e aspetti simbolici nell’alimentazione

L’alimentazione rappresenta la prima forma di relazione e di rapporto che l’essere umano instaura con la madre, è quindi un legame per la sopravvivenza fisica e psicologica. In questo senso, nell’infanzia il nutrimento è insieme fisico e psichico e solo gradualmente il bambino imparerà a distinguere tra bisogni fisici e bisogni emotivi.

Per tutto l’arco della vita l’alimentazione conserverà valenze simboliche ed affettive, che porteranno ad utilizzarla per manifestare affetto, condivisione e ritualità. A livello simbolico, il cibo assume dunque significati affettivi e relazionali, ed è qui che si inizia a parlare di fame emotiva.

L’alimentazione si collega anche alla nostra immagine corporea rappresentando valenze simboliche di dinamiche affettive e relazionali con se stessi e con gli altri, in rapporto con la nostra autostima. L’uso del cibo è spesso contraddittorio, mangiare può essere un modo per punirci e allontanarci da quanto di negativo stiamo vivendo, oppure un modo per volersi bene, gustare la vita e condividerla.

Fame emotiva, fame d’affetto

Il cibo in alcuni momenti è conforto: questa modalità prende il nome di “fame emotiva”, cioè quella tendenza ad alimentarsi in risposta a stati emozionali negativi come ansia e irritabilità. 

Sappiamo come già il neonato, scarichi le proprie emozioni attraverso la suzione, sia del seno materno che del ciuccio. Ma anche più avanti, nell’infanzia, il bambino può mostrare sempre “fame” confondendo la fame d’amore con la fame fisica, scaricando così l’ansia di atti non ricevuti, mancati.

Nell’adolescenza, nel meccanismo della fame emotiva, il rapporto fra cibo ed emozioni sembra essere influenzato dalla capacità di riconoscere e di saper gestire i propri stati emotivi e di reagire attivamente ad eventi stressanti. L’alcol e il fumo sono un esempio di gestione delle emozioni attraverso la bocca. Si tende così a controllare frustrazioni, stress, delusioni sentimentali, solitudine, stati emotivi disturbanti.

Fame fisiologica e fame emotiva

Quando le sue riserve si stanno esaurendo, il nostro corpo ci dà l’input della “fame fisiologica” attraverso segnali fisici come ad esempio il cosiddetto “buco allo stomaco”, per comunicare che dobbiamo rifornirci di energie attraverso l’alimentazione. Questo tipo di segnale non lo percepiamo come urgente, tanto che per placare la fame non abbiamo preferenza per un cibo in particolare!

La fame emotiva invece è un comportamento di compensazione che, una volta attuato, non ci dà soddisfazione. Ha la caratteristica dell’urgenza, dove percepiamo l’impulso di mettere immediatamente nello stomaco qualcosa che spesso è ipercalorico. La fame emotiva è seguita da sensi di colpa e frustrazione e, soprattutto, è agita compulsivamente.

Se utilizziamo spesso il cibo come conforto possiamo non percepire più chiaramente i segnali della fame fisiologica fino a sovrapporre le due sensazioni e non riconoscere più i segnali di fame e sazietà. In questo caso, dovremmo riconnetterci con il nostro corpo e ascoltarlo.

Come distinguere la fame fisiologica dalla fame emotiva

I segnali della fame fisiologica:

  • “buco allo stomaco”;

  • brontolio della pancia;

  • sensazione “non urgente” ma tollerabile;

  • non c’è preferenza tra un cibo e un altro;

  • percepiamo il senso di sazietà coerente con la quantità di cibo ingerito;

  • dopo aver mangiato, abbiamo una sensazione di benessere e appagamento.

I segnali della fame emotiva:

  • impulso di consumare cibi calorici in quantità sproporzionata e più rapidamente del normale;

  • l’impulso di mangiare si manifesta a prescindere dai segnali del nostro stomaco, anche se siamo sazi abbiamo mangiato da poco tempo;

  • l’input viene vissuto come irrefrenabile, a prescindere da nostro stato di pienezza ho digiuno fisico;

  • desiderio di mangiare da soli perchè imbarazzati dalla quantità di cibo che si sta ingerendo;

  • attacchi di fame possono verificarsi in maniera totalmente incontrollata;

  • dopo aver mangiato, proviamo un senso di disgusto, insoddisfazione, colpa e vergogna nei confronti di se stessi;

  • queste sensazioni possono spingerci nuovamente a mangiare in un circolo vizioso senza fine.

Come uscire dal circolo vizioso della fame emotiva:
  • riconoscere di avere un disagio (consapevolezza)

  • riconoscere che la situazione crea una notevole quota di sofferenza

  • credere nella possibilità di cambiare (senso di efficacia)

  • ascoltare il proprio corpo e i segnali fisici di fame e sazietà

  • lavorare su più livelli: motivarsi sulla salute e sull’estetica, attenersi al proprio fabbisogno calorico, cambiare stile di vita.

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