Quando finisce un amore…possiamo soffrire di crisi d’astinenza emotiva.
La fine di un amore dal punto di vista di chi viene lasciato
Se è l’altro a lasciarci, ci sentiamo abbandonati e viviamo una crisi di astinenza con gli stessi sintomi delle dipendenze “altre”.
In realtà, il lavoro cui andiamo incontro quando finisce un amore è quello dell’elaborazione di un lutto: attraversare questo periodo, affrontare il processo della perdita e trasformare il vissuto di abbandono in separazione. Se siamo stati lasciati, subiamo un abbandono, trattandosi di una decisione di cui non siamo stati partecipi. Siamo quindi vulnerabili, non accettiamo che quella persona non possa più amarci.
Spesso, chi subisce la fine di una relazione si chiede: “dove ho sbagliato? Non mi ero reso/a conto di nulla”, e si aspetta di trovare una risposta logica continuando a cercare l’altro e a chiedere il perché. A cercare di capire, indagando sui social, chiedendo feedback agli amici in comune… Addirittura, preferirebbe scoprire che sia stata una terza persona a portar via l’amato, continuando a deresponsabilizzare la coppia.
Dimenticando che… l’amore può finire.
Quando finisce un amore, chi viene lasciato vive una lacerazione: la sua attenzione in quel momento dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulla cura della ferita. Non è sano né utile continuare a chiedere all’altro di prendersene carico, che sia l’ex o un nuovo partner nella modalità “chiodo scaccia chiodo”. Attraverso la capacità di prenderci cura di noi stessi, delle nostre ferite emotive, pratichiamo un’operazione assolutamente utile per una crescita consapevole e per la conquista della nostra indipendenza.
Strategie di sopravvivenza psicologica nel cosiddetto “post-amore”
Le strategie, quando finisce un amore, sono quelle di recuperare la relazione con noi stessi per riuscire a superare la dipendenza, acquisendo così una rinnovata, buona autostima.
La dipendenza emotiva che causa l’essere stati lasciati non ci fa tollerare il dolore, sentiamo di non avere gli strumenti per gestirlo, costretti in una situazione che ci fa sentire impotenti senza possibilità di intervenire. Invece, è proprio questo il momento in cui nella nostra mente possono farsi avanti strategie per uscirne!
Siamo inseriti costantemente in un processo dinamico dove le nuove considerazioni e le esperienze ci danno la spinta emotiva a mostrare i nostri cambiamenti. Ad un certo punto, sentiamo l’esigenza di mostrare ciò che siamo diventati. Questa è l’opportunità, per chi è stato lasciato, di fare cambiamenti, di lasciar andare, per aprire lo sguardo al futuro. Di realizzare un sé più consapevole, aggiornando quegli aspetti che per amore erano stati trascurati. Un amore che evidentemente non ha resistito ai cambiamenti.
La coppia: Uno+Uno=Tre
Gli individui che realizzano la loro affettività l’uno attraverso l’altro, unendosi, formano uno + uno = tre, dove il tre è rappresentato dalla coppia.
La cura che richiede la coppia è fatta di reciprocità, comprensione, tolleranza, affetto, capacità d’ascolto, capacità di gestire i conflitti. Competenze che si costruiscono insieme e che ogni coppia vive nel suo particolare modo di essere.
Gli indicatori da tenere a mente per la realizzazione di una coppia soddisfatta sono:
- Sentirsi alleati nei confronti di un progetto che si costruisce mano mano insieme;
- La sensazione che questo progetto si stia realizzando poiché ci si ritrova alleati e complici;
- Riconoscersi attraverso significati condivisi;
- Ascoltare, accogliere ed essere curiosi dei significati non condivisi;
- Scoprirsi l’un l’altro nella tenerezza, nell’ammirazione e nel conforto.
Incontrare un compagno/a per tutta la vita vuol dire incontrare qualcuno che ci permetta di crescere in modo autentico, l’uno accanto all’altro. Vuol dire percepire davvero il “terzo” di cui prendersi cura. La coppia